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Pisa, i dipendenti occupano la stanza del sindaco per protesta contro il taglio del salario accessorio
I dipendenti comunali di Pisa questa mattina hanno occupato la stanza del Sindaco Filippeschi, per protestare contro i tagli al salario accessorio. I comunali riuniti in assemblea dalla Rsu, dal Cobas pubblico impiego e dalla Cgil funzione pubblica, hanno deciso di dar corso a questa iniziativa perché nei giorni scorsi l'amministrazione comunale ha presentato una proposta di ripartizione del fondo salario accessorio con una diminuzione, rispetto al 2013, di circa 400 mila euro che corrispondono a circa 400 euro in meno di produttività a dipendenti.
Il 14 novembre sciopero generale e sociale contro le politiche del governo Renzi e dell’Unione Europea con manifestazioni nelle principali città
I COBAS hanno convocato, insieme alla CUB, all’USI e all’ADL Cobas, lo sciopero generale di tutto il lavoro dipendente, pubblico e privato, per l’intera giornata di venerdì 14 novembre. Insieme a noi promuoveranno lo sciopero, rendendolo generalizzato e sociale, anche numerose strutture dei Centri sociali e del territorio, comitati e coordinamenti dei precari, organizzazioni studentesche nazionali e locali.
Vogliamo coinvolgere nello sciopero – e nelle manifestazioni che si svolgeranno nelle principali città – anche parti significative del piccolo lavoro “autonomo”, schiacciato dalla crisi almeno quanto quello dipendente, i giovani delle partite IVA e delle decine di tipologie di precariato, e pure chi non può scioperare nelle forme tradizionali, chi non ha neanche un contratto o che addirittura lavora gratuitamente.
Ancora un anno di blocchi contrattuali nel pubblico impiego: ora basta !
I Governi ci hanno ormai abituato al gioco delle smentite.
Anche questa volta alle indiscrezioni era seguita la solita smentita sul prolungamento del blocco contrattuale, pensiamo possibile anche il rinvio delle elezioni rsu (previste per la primavere del 2014) in attesa di una riorganizzazione dei comparti contrattuali nella Pubblica amministrazione, nell'ottica di unificare contratti azzerando migliori trattamenti economici e inquadramenti e magari per approvare regole sulla rappresentanza finalizzate a mettere fuori gioco il sindacato di base.
BASTA SACRIFICI PER I LAVORATORI
VOGLIAMO LO SBLOCCO IMMEDIATO DEL CONTRATTO NAZIONALE
In nome dell’emergenza sono state sottoscritte intese e accordi che hanno messo in ginocchio i lavoratori, distrutto il nostro potere di contrattazione e il potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Sempre in nome dell’austerità e del risparmio hanno fatto pagare il debito alle classi lavoratrici, l’economia è ormai in piena recessione, non ci sono più i soldi necessari per gli ammortizzatori sociali, ogni giorno si perdono posti di lavoro. I contratti pubblici fermi da sei anni e si annuncia un probabile e ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni per il biennio 2015-2016 mentre salari e pensioni d’oro possono dormire sonni tranquilli come del resto i grandi capitali e i processi di speculazione.
CAMERE DI COMMERCIO – DIPENDENTI IN STATO DI AGITAZIONE –
ANALISI DI UNA MORTE ANNUNCIATA
intervista a Roberta Colombini del Cobas Pubblico Impiego
Perché sembra unanime il plauso per la chiusura delle Camere?
Nel Decreto Legge sulla riforma della PA (DL 90/2014) all'art. 28 si prevede la riduzione del 50% a partire dal 2015, del diritto annuale pagato dalle imprese alla Camera di Commercio. Questa iniziativa governativa è spacciata nelle conferenze stampa ,ormai simili alle televendite in voga qualche anno fa, come un vero risparmio per le imprese (stimato in 400milioni di euro), promettendo di investire per il rilancio dell'economia. Ma di questi soldi, come della annunciata semplificazione non si vede ombra.
La “Controriforma” della Pubblica Amministrazione di Renzi e Madia
Tra democrazia virtuale e cancellazione reale dei posti di lavoro e dei servizi pubblici.
Avevamo già preso posizione sui 44 punti della riforma della Pa e sulla vergognosa lettera di Renzi e Madia . La consultazione pubblica si è rivelata un "bluff", il modo innovativo di partecipazione altro non è che muoversi solo lungo le direttive di Confindustria e del Governo, escludendo ogni forma di rappresentanza collettiva e organizzata di lavoratori e lavoratrici, per cui al massimo sarà possibile mediare su qualche punto irrilevante perchè quello che conta (tagli al personale e ai servizi, mobilità, sostanziale perdita del potere di acquisto e di contrattazione) non sarà oggetto di cambiamento.
E' quanto traspare dal report finale del Ministero della Funzione Pubblica.
L'asse Squinzi - Renzi all'assalto contro i contratti a tempo indeterminato
Il 40% dei consensi al Pd alle elezioni europee è frutto di larghe intese tra le quali quelle con Confindustria, Legacoop e Vaticano assumono particolare valenza.
Ora gli industriali passano all'incasso e su “ Il Sole 24 ore ” di domenica 8 Giugno appare una intervista a Squinzi che proviamo a riassumere.
Il mandato a Renzi è il più forte dalla fine della Dc, quindi ora il Governo deve passare alle "riforme" senza perdere tempo. Le riforme sono: un nuovo contratto a tempo indeterminato favorevole alle imprese, tradotto in altri termini piena flessibilità in uscita ossia libertà di licenziamento.