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La diffusione del COVID-19 con migliaia morti nel mondo e innumerevoli positivi in 114 paesi, con oltre 12 mila contagiati ed oltre 800 decessi ad oggi sul territorio nazionale, è ormai stata dichiarata come pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale prefigura purtroppo un’estensione ancora più dirompente.

Di fronte a questi allarmanti livelli di diffusione i provvedimenti messi in campo dal governo Conte col DPCM dell'8 marzo e quello successivo avrebbero dovuto dare una indicazione forte e una spinta alle varie amministrazioni ed enti pubblici ad attuare tutti quegli strumenti e quelle misure da adottare a salvaguardia e a tutela della salute dei lavoratori.

La nomina di Renato Brunetta rappresenta un pessimo segnale politico.
Solamente chi non conosce o preferisce ignorare lo stato in cui versa la pubblica amministrazione potrebbe avallare una scelta così esiziale, soprattutto se si considera il fatto che la revisione della macchina pubblica è una delle precondizioni per ottenere i miliardi del Recovery Plan.

Come COBAS, non siamo interessati a entrare nelle tifoserie pro e anti Draghi, perché qualsiasi governo va giudicato per quello che fa e lo stesso faremo con il governo Draghi, pur consci che l’attuale Presidente del Consiglio èpur sempre uomo del sistema capitalistico.
Viste le premesse, non sopporteremo nuovi tagli (anche se la nomina di Brunetta non promette bene) ma pretendiamo investimenti nella P.A., che deve essere considerata un bene pubblico , al servizio della società e non un accessorio al servizio dell'impresa privata
Ecco cosa chiediamo come Federazione Cobas Pubblico Impiego.